Alla scoperta dell’Universo Ruzante

Un affascinante e divertente approccio con un autore celebrate ma… poco noto

Testo: Ruzante

Drammaturgia: Iaia Centofanti

Regia: Fabrizio Pompei

con

Giovanni Visentin

Claudia Muzi

Ruzante, uno dei maggiori drammaturghi rinascimentali, inventore in teatro dell’epica contadina, fu per i registri anagrafici Angelo Beolco.

Era nato a Padova intorno al 1499 e a Padova morí il 17 Marzo del 1542.

Figlio naturale di un medico che fu anche Preside della Facoltà di Medicina e Farmacia dell’Università di Padova, visse e venne educato in un contesto familiare e sociale caratterizzato da agiatezza e variegati interessi culturali. Come ha scritto il suo piú autorevole studioso, il prof. Ludovico Zorzi: «fu letterato di sensibile e raffinata cultura che riuscí ad essere artista di vigorosa originalità poetica».

Autore e abilissimo interprete delle proprie creazioni drammaturgiche, Ruzante è il nome d’arte venutogli del personaggio di sua stessa creazione, al quale aveva appunto dato il nome di Ruzante. Con quel nome, Angelo Beolco s’affermò in vita e con quel nome la sua memoria rimane indelebile attraverso i secoli.

Ruzante affonda mente e scrittura in una realtà da sempre tenuta ai margini della storia politica e culturale e per di piú del tutto disattesa dalla creatività artistica. La sua opera non glorifica l’identità, il sapere e le gesta di eroi, divinità o altri potenti, né idealizza una civiltà dominante o una classe egemone, ma invece compone una mitografia, in forma drammaturgica, che, per la prima volta, racconta esistenza, oppressione, disperazione e allegria di un piccolo ma emblematico universo di umili, diseredati, emarginati, cioè la quotidianità contadina.

In Italia, le opere e la vicenda umana di Ruzante sono fuoriuscite dall’oblio all’inizio della seconda metà del Novecento, grazie all’appassionata e meticolosa dedizione del regista Gianfranco De Bosio e del letterato Ludovico Zorzi.

Dicembre 1997. Finalmente riconosciuto per quel che è: un autore classico, in quanto parla a tutti, d’ogni luogo e d’ogni tempo, Ruzante viene evocato nel tempio dei Nobel. Se ne fa carico Dario Fo. Nel discorso pronunciato a Stoccolma, davanti il Re di Svezia che gli sta consegnando il Premio Nobel per la Letteratura, Fo dice di voler rendere omaggio a «uno straordinario teatrante della mia terra, che è senz’altro il piú grande autore di teatro espresso dall’Europa nel Rinascimento prima dell’avvento di Shakespeare» e aggiunge «sto parlando di Ruzante, il mio piú grande maestro, insieme con Molière: entrambi attori-autori, entrambi disprezzati perché portavano in scena il quotidiano, la gioia e la disperazione della gente comune, l’ipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia; e sopra tutto avevano un difetto tremendo: raccontavano queste cose facendo ridere».

Con Alla scoperta dell’universo Ruzante, la sperimentazione scenica della Compagnia della Contessa sviluppa una svelta narrazione dell’avventuroso intreccio di vita e azione che scolpisce la personalità di Ruzante, lumeggia l’originalità linguistica e poetica delle sue opere e offre il divertente esempio di come alcune scene possano affascinare gli spettatori del Terzo Millennio.

L’intervento si articola in una fase introduttiva alla quale fa seguito una prova d’interpretazione di alcuni brani del famoso “Parlamento de Ruzante che iera vegnú de Campo”, proposti nell’originale in lingua pavana e nella versione italiana. Con la guida del regista Fabrizio Pompei, partecipano gli attori Claudia Muzi e Giovanni Visentin e la drammaturga Iaia Centofanti.


Foto


Scheda tecnica

Lo spettacolo utilizza tecniche d’attore e video

Durata: 60 minuti

Età consigliata: dai 16 anni in su

Spazio Scenico: 6×4

Montaggio/smontaggio: 1 ore

Rai cultura

Rai cultura – Addio a Gianfranco De Bosio: una vita per Ruzante